Papa Francesco al Cairo

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papa francesco al Cairo

Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!”.

“La fede vera è quella che ci rende più caritatevoli, più misericordiosi, più onesti e più umani; è quella che anima i cuori per portarli ad amare tutti gratuitamente, senza distinzione e senza preferenze; è quella che ci porta a vedere nell’altro non un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare, da servire e da aiutare; è quella che ci porta a diffondere, a difendere e a vivere la cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto e della fratellanza; ci porta al coraggio di perdonare chi ci offende, di dare una mano a chi è caduto; a vestire chi è nudo, a sfamare l’affamato, a visitare il carcerato, ad aiutare l’orfano, a dar da bere all’assetato, a soccorrere l’anziano e il bisognoso (cfr Mt 25,31-45). La vera fede è quella che ci porta a proteggere i diritti degli altri, con la stessa forza e con lo stesso entusiasmo con cui difendiamo i nostri. In realtà, più si cresce nella fede e nella conoscenza, più si cresce nell’umiltà e nella consapevolezza di essere piccoli”.

fonte: Facebook Don Peppino Labanca

Informazioni su Pinuccia Dattoli

Sono una donna di sessantasette anni, mi piace il computer ci passo il mio tempo libero. Condivido con gli amici, le mie foto, le mie gif animate i miei viaggi in camper, le poesie e le preghiere che trovo su internet. Accetto commenti solo da siti seri!

Una risposta »

  1. Rebecca Antolini

    Molto bello il pensiero di Don Peppino Labanca, io dico sempre le religioni sono soltanto una via per ravvicinarsi a Dio.. ma se non porti fede nel tuo cuore.. nessun sentiero di conduca a Dio … buon lunedì cara Pinuccia 💛🌻

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  2. PENSIERI-RIFLESSIONI ED EMOZIONI - THOUGHTS - THOUGHTS AND EMOTIONS

    L’ha ribloggato su luca701.

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  3. Un grande viaggio del nostro Papa per un abbraccio di pace.
    Un abbraccio anche a te cara Pinuccia.
    Buona serata del 1* Maggio

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  4. Hermoso el *********** el pensamiento*

    LA FE verdadera es algo más que creer que Dios existe*********

    muchos cariños**querida Amiga***** Pinuccia.

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    • Grazie carissima amica Mirta del tuo commento. Papa Francesco è un grande papà, siamo fortunati ad averlo tra noi. Ti auguro una serata serena e felice.Uñ grande abbraccio 😘

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  5. ✿¸¸.•*´¯`⊰✿¸ ✿¸¸.•*´¯`⊰✿
    buon mese,ciao un abbraccio
    ✿¸¸.•*´¯`⊰✿¸ ✿¸¸.•*´¯`⊰✿

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  6. So schön liebe Grüße von mir und einen schönen Dienstag wünsche ich dir eine Umarmung Gislinde

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  7. Non poteva essere più chiaro di così il nostro papa Francesco. Infatti quando vedo persone che, pur avendo fede, emarginano gli altri, escludono, pensano di essere migliori degli altri, non sanno perdonare ecc.ecc. capisco che la loro fede è fasulla e rimango male. Ciao Pinuccia camminiamo insieme verso la meta. Un abbraccio.

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    • Vero carissima Lucetta il papa entra nel cuore di tutti secondo me, anche dei non credenti, Parla semplicemente e molto chiaro, Non è poi tanto difficile rispettarsi e volersi bene. Grazie di cuore Lucetta del tuo commento un grande abbraccio ❤

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  8. Hola Pinuccia:
    ¡¡¡Hermoso pensamiento de Don Peppino Labanca!!!
    La Religión no es solo una forma de acercarse a Dios ..
    ¡¡¡Porque si no tienes Fe, en tu alma y cuerpo, no te conducirá al camino a Dios!!!!
    ¡¡¡Feliz Mes de Mayo Amiga!!!
    Un Abrazo y bendiciones para ti!!!

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  9. Buona notte cara Pinuccia♥

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  10. L’AMORE PROFUMA DI PANE

    di Fausto Corsetti

    I nostri genitori, se ne cadeva a terra un pezzetto, lo raccoglievano e impedivano che qualcuno potesse calpestarlo, anche solo per distrazione.
    Caldo, profumato, croccante e infarinante. Sì, proprio lui… il pane.
    Tutto ciò che ha relazione con la vita desta risonanze profonde in ciascuno di noi. Il sole, l’aria, il vento, la pioggia, i cicli della natura e i loro fenomeni sono parte di noi. Anche il pane, simbolo dei nostri bisogni primordiali, richiama questo nostro legame con la terra e la vita. Viene dal grano, la cui crescita e maturazione rispecchiano il trascorrere delle stagioni, che scandiscono il palpito della terra, il suo respiro vitale.
    Un tempo, si segnava con la croce la pagnotta fermentata prima di metterla in forno e si segnava prima di consumarla. E non era una “devozione privata”, ma il sigillo di una civiltà attenta e rispettosa dei doni della terra.
    Altri tempi, forse, ma non così lontani nella memoria…
    Ne sento ancora la suggestione ed ho un tuffo nel cuore di fronte allo spreco sconsiderato che oggi si fa del pane, e non del pane soltanto. Siamo costantemente immersi nell’”usa e getta”, una ricetta spietata che si applica non soltanto alle cose – cibi, abiti, giocattoli quasi nuovi, cianfrusaglie che il giorno prima avevano incantato lo spensierato acquirente – ma anche ai rapporti umani più intimi e coinvolgenti. Consumiamo e basta; senza neppure attardarci a cogliere il gusto, il profumo della vita e delle cose che ci circondano.
    In questo senso lo spreco del pane è una metafora della civiltà d’oggi. La mentalità del nostro tempo pone al vertice delle ambizioni il possesso delle cose, di troppe cose, trascinandoci pian piano in una spirale di ingordigia insaziabile che toglie la serenità del cuore. Da questa insaziabilità allo spreco il passo è breve. Lo spreco, infatti, non impressiona più; le città rischiano di soffocare sotto montagne di rifiuti, detriti di una cultura che offende l’intelligenza e insulta chi quotidianamente vive di stenti.
    Al mattino presto, camminando in città, mi capita di osservare persone impegnate nella ricerca nei cassonetti delle immondizie: sono l’emblema della sconsideratezza della nostra società, opulenta e sprecona, che sembra avviarsi così disinvoltamente al declino.
    Significativamente, tra quei rifiuti finiscono ogni tanto, senza che ne proviamo sufficiente orrore e vergogna, anche neonati “gettati via”. La vita come il pane, tra le immondizie.
    In silenzio…in disparte dovremmo interrogarci pesantemente e riflettere.
    Il lievito ha bisogno di tempo, di un tempo lungo, adeguato, per fermentare e far crescere la pasta che diventerà pane buono. Solo dopo, di primo mattino, mentre la città ancora dorme, il fornaio si alza, come sentinella, e mette sul fuoco quell’impasto pallido che porterà profumo, calore, colore alla nostra tavola.
    Non c’è rumore intorno. Occorrono tempo, spazio, silenzio perché si compiano le trasformazioni importanti che mutano l’esistenza. Allora, soltanto allora, saremo in grado di vedere le cose con lucidità, di compiere ciò che la vita chiede, di assaporare un pane buono, ben cotto, fatto per essere spezzato e soprattutto condiviso.

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